04.08.2021.
In data odierna, 4 agosto, cade il 26° anniversario della repressione del popolo serbo avvenuta nell’azione “Tempesta” dell’esercito croato. In quella data, le forze armate attaccarono la zona autonoma serba di Krajina, benché fosse sotto la protezione dell’ONU. Nell’operazione rivolta contro la popolazione serba, parteciparono ben 138.500 rappresentanti delle forze armate e della polizia croate. Nell’operazione morirono molti serbi e furono scacciati dai propri focolari più di 220.000 serbi.
La storia registra plurisecolare presenza dei serbi in questa parte del territorio della ex Jugoslavia, i quali contribuivano attivamente alla vita politica, economica, culturale e formativa del paese in comune. Il loro tragico destino, tuttavia, oggi si collega ad uno dei maggiori crimini di pulizia etnica del dopo la seconda guerra mondiale, in cui, insieme all’espulsione di più di 220.000 serbi, perirono e scomparvero più di 1.800 serbi, di cui 1.221 civili. Nell’operazione, denominata simbolicamente dalla parte croata “Tempesta”, oltre al numero esorbitante di vittime, furono distrutte 25.000 case, 78 chiese, 96 musei, 930 monumenti, 181 cimiteri, numerose scuole, aziende sanitarie locali, e buttati giù tutti gli impianti industriali.
Al termine della guerra civile e dell’esodo di massa del popolo serbo, il numero di serbi in Croazia si è ridotto di due terzi. Infatti, secondo il censimento del 1991, nella Repubblica di Croazia vivevano 581.663 serbi (il 12% della popolazione totale), mentre il censimento del 2011 riporta che in Croazia vivono 186.622 abitanti di nazionalità serba (ovvero solamente il 4,36%). L’esodo in sordina della popolazione serba era proseguito anche negli anni successivi, visto che non si era fermato l’incitamento all’odio, la rivisitazione storica, la discriminazione del popolo serbo, nonché le violenze fisiche e i danni materiali delle proprietà.
Oggigiorno, purtroppo, quasi nessuno in Europa e nel mondo parla di queste sofferenze del popolo serbo, né i promotori e gli ideatori di questo spregevole atto furono processati per i propri misfatti. Fanno male anche le ferite non ancora lenite del popolo serbo della seconda guerra mondiale, il quale, nella stessa Croazia, era vittima del genocidio perpetrato dal nazista Stato Indipendente di Croazia, e la maggior parte perse la vita nel famigerato campo di concentramento di Jasenovac. Le vittime e le sofferenze del popolo serbo nella seconda guerra mondiale nonché nella guerra civile in Croazia, nella storia recente, non possono essere e non saranno mai dimenticate. A maggior ragione per il fatto che ogni anno, in data in cui avvenne la “Tempesta”, rimaniamo sconcertati e basiti dalle immagini e dalle scene dei raduni in cui si festeggia la “liberazione” nonché l’anniversario di quest’azione militare scellerata, che fu la vergogna dell’intero mondo civile.
La Serbia e il popolo serbo non accetteranno mai più l’umiliazione, e le nostre immensurabili vittime ci impegnano a lottare per la giustizia e a non consentire i festeggiamenti sulle tombe dei nostri connazionali. La Serbia di oggi ricorda la storia, ma è al contempo orientata verso la pace, la stabilità, la pacificazione e la cooperazione con i suoi vicini di casa, ed è il nostro desiderio risolvere le questioni rimaste aperte, soprattutto quelle relative all’oppressione avvenuta in Croazia, attraverso il dialogo. Del che è la migliore testimonianza il nostro proprio esempio, dato che la Serbia è una buona patria dei serbi ma anche di 26 minoranze nazionali che ci vivono, compresa quella croata. Vogliamo credere in un mondo più tranquillo e più giusto, in cui saranno rispettati i diritti umani e delle minoranze e in cui non si ripeterà mai il pogrom subito dal popolo serbo nel corso della sua storia.