Printer Friendly Version Selakovic: L’Estremismo politico degli albanesi in Kosovo e Metohija sempre più forte @ 15 April 2021 02:57 PM
13 aprile 2021
 
Il Ministro degli Affari Esteri Nikola Selakovic ha avvisato, alla seduta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che l’estremismo politico tra gli albanesi in Kosovo e Metohija non perde il vigore, ma, anzi, sta diventando sempre più forte.
 
 
Selakovic ha ricordato, nella seduta in cui si esaminava la Relazione del Segretario Generale dell’ONU circa l’operato dell’UNMIK, che all’obbligo di costituire l’Unione dei comuni serbi non si è adempiuti da 2.917 giorni e che di fatto, il 19 aprile si compiono esattamente otto anni dal raggiungimento dell’accordo di Bruxelles, e che Pristina rifiuta ancora di adempiere al suo impegno consentendo la costituzione dell’Unione dei comuni serbi.
 
Il Ministro ha ricordato che l’attuale Presidente del Governo delle provvisorie istituzioni di autogestione di Pristina ha più volte minacciato l’unione dell’autoproclamato Kosovo con l’Albania, e che il dialogo con Belgrado si trova in posizione bassa sulla lista delle priorità.
 
Come ha indicato, è ora che i leader albanesi di Pristina dimostrino la responsabilità nell’adempimento degli impegni assunti, ma anche una sincera dedizione al raggiungimento di una soluzione di compromesso e alla costruzione di una reciproca fiducia.
 
“La Serbia è decisa e non rinuncerà al tentativo di trovare una soluzione di compromesso, che sia sostenibile anche per le generazioni future. Il lavoro sulla costruzione della fiducia e l’insistere sulle agende politiche positive è un altro modo per costruire una pace costante e la stabilità nella nostra Regione”, ha concluso Selakovic.
 
La pace costante e la stabilità, come afferma, possono essere raggiunte solamente a patte che nessuno dei partecipanti al dialogo avanzi delle richieste massimaliste e insista sulla completa umiliazione dell’altro.
 
Come ha evidenziato, il popolo serbo e quello albanese, come due più numerosi popoli dei Balcani Occidentali, devono trovare il modo di raggiungere la pacificazione e una base per cooperare sia sul piano economico, che sul raggiungimento delle prospettive congiunte volte all’adesione all’Unione Europea.
 
“Belgrado ha fatto sinceri passi in questa direzione, essendo uno dei promotori dell’idea di alleggerimento dei flussi di persone, merci, capitali e servizi, pubblicamente nota come Mini Schengen”, ha sottolineato il Ministro. 
 
Ribadendo che la Serbia ha dimostrato innumerevoli volte di essere dedicata al dialogo in quanto l’unico mezzo per una soluzione pacifica e politica del problema del Kosovo e Metohija, Selakovic ha ribadito che le recenti elezioni nella Provincia hanno confermato che l’estremismo politico tra gli albanesi non perde il vigore, ma anzi, diventa sempre più forte, il che era possibile vedere durante il recente processo preelettorale. 
 
Il Ministro ha richiamato l’attenzione al fatto che le pressioni politiche sui serbi proseguono anche dopo il processo elettorale, dato che gli è stata tolta una giusta partecipazione alle istituzioni provvisorie con la decisione del nuovo cosiddetto Governo di Pristina di assegnare alla comunità serba solamente un Ministero.
 
“La categoria particolarmente a rischio sono i serbi che sono ritornati e che vivono quotidianamente con la paura degli attacchi. Vi ricordo che la Provincia meridionale serba è tuttora l’area con il minor tasso di ritorno degli esuli al mondo”, ha detto il Ministro sottolineando che solamente nell’anno scorso nella nostra Provincia meridionale sono avvenuti 80 attacchi e incidenti i cui obiettivi erano serbi, la loro proprietà e i luoghi di culto.
 
Particolarmente preoccupante per il popolo serbo in Kosovo e Metohija, ha sottolineato Selakovic, è il fatto che nel passato recente, e soprattutto nel marzo di quest’anno, sono avvenuti sempre più frequenti attacchi fisici alle località della Chiesa Ortodossa Serba.
 
“Un esempio di forte impatto del rapporto di mancato rispetto nei confronti del patrimonio culturale e religioso serbo nella Provincia, il cui estremo valore universale è stato confermato anche dall’Unesco che lo ha collocato sulla Lista del Patrimonio culturale mondiale, è anche il caso del monastero Visoki Decani”, ha sottolineato il Ministro.
 
Inoltre, il Capo della Diplomazia serba ha valutato come preoccupante anche l’irruzione dell’ispettore e degli agenti di polizia all’ASL di Strbac, nel gennaio scorso e la perquisizione con l’intenzione di trovare i vaccini contro Covid-19 provenienti dalla Serbia Centrale.
 
“Anche se lo consideriamo come irruzione nelle istituzioni sanitarie, la nostra reazione è stata contenuta anche questa volta. Non volevamo suscitare con le nostre decisioni un inasprimento né politicizzare attività volte esclusivamente alla tutela della salute pubblica. Abbiamo organizzato la vaccinazione dei cittadini del Kosovo e Metohija in tre punti della Serbia Centrale dimostrando in tale maniera che per noi la vita delle persone si trova al primo posto”, ha sottolineato il Ministro.
 
Il Ministro Selakovic ha detto che la Serbia rispetta altamente le attività della missione dell’UNMIK in Kosovo e Metohija e che si impegna per il suo quanto più efficace operato nel volume non ridotto, con l’obiettivo della costruzione e della preservazione della sicurezza nella Provincia.
 
Selakovic ha indicato che le missioni internazionali in Kosovo e Metohija, UNMIK, Kfor, Eulex e OMIK, sotto l’egida dell’ONU, e ai sensi della Risoluzione 1244, hanno un ruolo fondamentale nella preservazione della pace e nella tutela della popolazione.
 
“Appoggiamo e rispettiamo il loro impegno e i loro sforzi che investono all’interno dei loro mandati, per l’obiettivo congiunto della creazione delle condizioni per una convivenza pacifica e sicura degli abitanti del Kosovo e Metohija. La popolazione serba e non albanese in KeM ha massima fiducia nella presenza internazionale e la ritiene garante di sicurezza e diga contro l’arbitrarietà delle istituzioni provvisorie di Pristina”, ha evidenziato il Ministro.
 
Lo conferma, come indicato dal Ministro, il fatto che le missioni internazionali devono rimanere impegnate nel volume non ridotto affinché possano implementare la Risoluzione del CS dell’ONU 1244.
 
Selakovic ha menzionato l’importanza delle forze internazionali della Kfor ribadendo che ogni unilaterale tentativo di assegnare ad altri, o ad assumere una parte del mandato e degli impegni della Kfor - rappresenta la violazione della Risoluzione del CS dell’ONU 1244.
 
Inoltre, il Ministro ha menzionato che non è accettabile l’assunzione delle decisioni unilaterali circa la formazione del “Ministero della Difesa” di Pristina e l’inizio del processo di trasformazione delle cosiddette “Forze di sicurezza kosovare” nelle cosiddette “Forze Armate del Kosovo”.
 
Il Ministro Selakovic ha presentato, all’inizio del suo intervento, il reclamo per l’abuso del formato video della seduta da parte della rappresentante di Pristina, dietro la quale era esposta la bandiera dell’autoproclamato “Kosovo”, il che ha fatto anche il rappresentante della Russia.